Prossimità come vicinanza nello spazio e nel tempo, due fattori totalmente intrinsechi e “incorporati” nel movimento e nella danza, indispensabili al suo manifestarsi ed esistere concretamente.
Come nel celebre incipit di Curt Sachs, la danza vive ugualmente nello spazio e nel tempo.
Nel prolungarsi delle incertezze e degli adattamenti dovuti ad una pandemia che ha ridisegnato i ritmi e i confini del mondo intero, la nostra prossimità ideale vuole ridurre queste distanze, creando spazi e tempi di condivisione che inneschino relazioni in grado di plasmare nuove vicinanze. La danza spinge ad allargare l’orizzonte semantico del concetto di spazio in relazione con sé stessi e con gli altri, relazioni fondamentali nella danza.
Ma prossimità anche come attenzione al prossimo, all'altro. A chi è vicino e a chi è lontano.
Questa ricerca ci permette di portare avanti il lavoro di Theodor Rawyler, non solo nella continuità dei progetti di community dance, ma anche come spunto di riflessione per la programmazione degli eventi e degli spettacoli nelle varie edizioni del festival.
Non si tratta solo di dedicare il festival alla memoria di uno dei suoi fondatori, ma di mantenere la sua visione viva e in grado di agire.
Per questo continuiamo a pensare e vivere il festival proponendolo come un momento di incontro tra percorsi artistici differenti, come un caleidoscopio di possibili proposte culturali in una città che ospitando tutto questo si proponga come luogo e tempio di scambio, di riflessione, di vicinanza.
L'emergenza sanitaria ci ha costretti a rinunciare al programmare alcuni degli artisti previsti nella scorsa edizione, che saranno ospitati quest'anno.
Al di là della contigenza, attraverso una ragionata scelta dei coreografi, delle opere e degli eventi si vuole proporre un tempo e uno spazio di benefica contaminazione abbattendo in modo creativo
il distanziamento. Perché il tempo della vicinanza è ora. Perché il tempo della cura è ora.
Per questo continuiamo a pensare e vivere il festival proponendolo come un momento di incontro tra percorsi artistici differenti, come un caleidoscopio di possibili proposte culturali in una città che ospitando tutto questo si proponga come luogo e tempio di scambio, di riflessione, di vicinanza.
L'emergenza sanitaria ci ha costretti a rinunciare al programmare alcuni degli artisti previsti nella scorsa edizione, che saranno ospitati quest'anno.
Al di là della contigenza, attraverso una ragionata scelta dei coreografi, delle opere e degli eventi si vuole proporre un tempo e uno spazio di benefica contaminazione abbattendo in modo creativo
il distanziamento. Perché il tempo della vicinanza è ora. Perché il tempo della cura è ora.