Il nostro obiettivo principale è creare una pièce di danza teatrale che funga da specchio per la società contemporanea, stimolando la riflessione sul comportamento umano e sulle
norme sociali. Confrontando il pubblico con le realtà crude delle vite dei nostri personaggi, speriamo di stimolare il dialogo e l'introspezione, ispirando gli individui a considerare come possono contribuire a un cambiamento positivo nel nostro mondo in rapida evoluzione.
Di Carlos Aller
In collaborazione con: Cacilia Bertolino
Interpreti: Carlos Aller e Cacilia Bertolino
“Gea Culpa” è una terra di solitudine condivisa.
E’ un mondo di figure e suoni appartenenti più alla psiche che alla realtà, un sogno da svegli.
La storia di Gea è un racconto interrotto, lo sliding doors\l’incidente di percorso che porta a confrontarsi con un altro essere: una figura non troppo definita, un ipotetico sé rimasto ingabbiato.
Da quel momento in poi si apre un limbo fatto di tempo e scelta, gabbia e libertà, limite e superamento.
Il bivio senza segnaletica è:
Scegliere di condividere con la propria parte errante una quotidianità sfacciata, accontentandosi di una realtà smezzata o uscire da questa catena di interruzioni e ritrovare la libertà?
Sarà necessario abbandonarsi, rinascere completamente e ogni tanto con nostalgia pensare “wish you were here” per poi proseguire.
Creazione e Ideazione: Aura Calarco
Interpreti: Aura Calarco, Gaia Mondini/swing Stefania Menestrina
Musiche: Mix originale di Artisti Vari e composizioni di giovani autori contemporanei.
Con il sostegno di COB Compagnia Opus Ballet, Fondazione Horcynus Orca Finalista Premio Twain_direzioniAltre 2023
“Gia anche noi sappiamo dividerci in due. Ma solo in corpo e sussurro interrotto. In corpo e poesia.” (Wislawa Szymborską) WHISPER ci parla di relazioni, di ciò che non viene detto, di ciò che si vorrebbe dire, di cio’ che si è disposti ad ascoltare. I danzatori restano in costante bilico tra il desiderio e la necessità di instaurare una relazione profonda con l’altro, e il timore che ne deriva, la paura di non essere compresi, o di mostrare le proprie fragilità. Il duetto è una continua lotta che evidenzia la difficoltà delle relazioni profonde (di coppia, di amicizia, tra genitori e figli), in un epoca dove la comunicazione si sposta sempre piu’ in un ambiente digitale, cosa sappiamo ancora rivelare di noi? Sappiamo ancora consegnare il nostro pensiero intimo a qualcuno? Siamo disposti a dargli il potere di conoscerci a fondo?
Drammaturgia: Elisa Ricagni
Di e con: Elisa Ricagni, Leonardo Carletti Musiche: Manuel Kopf + AAVV
Costumi: Stefania Cempini
Produzione: HUNT Cdc
Sostegno: DanzAct Mugello Residenze 2023 Inteatro Residenze/Marche Teatro
L’abbandono al presente, sconfitto dai pensieri irrequieti del passato. L’insaziabile necessità di riorganizzare e mettere a tacere il tempo andato. Far sì che l’uomo riesca a godersi appieno il presente senza lasciarsi distrarre dal compiuto o ancor peggio dall’incompiuto. L’ eterno ritorno porta sempre più ad un fluire di tormenti che cesseranno solo dopo aver realizzato che ciò che è stato non è più.
Tre corpi, tre materie differenti narrano la stessa storia: la vita passata di un uomo, irrisolto, fragile, in balia dei suoi ricordi, di ciò che è, e che non è stato. Il dialogo con se stesso lo logora, arrivato alla conclusione della sua esistenza si chiede cosa abbia vissuto, che traccia abbia lasciato.
La nostra proiezione dell'anzianità per riflettere sulla giovinezza e il tempo presente, concentrato in un dialogo afono urlato a se stesso.
Autori/Interpreti: Linda Pasquini, Marianna Basso e Daniel Tosseghini
Musiche: Sonata no.1 for cello and piano, “The roots, a tale sonata”: adagio molto (like a funeral march) – Ezio Bosso; “The things that remain” – Ezio Bosso; “Time to go” – Danny Bensi, Saunder Jurriaans; “Petricor” – Ludovico Einaudi, Daniel Hope
Costumi: Francesca Petazzini e Elia Corradini
Disegno Luci: Giorgio Peri
Supporto alla coreografia: Daniele Ziglioli
Con il supporto di: Officine Caos di Torino
ALGOS | 400 millimetri dopo prova a scrutare dalla penombra il tema complesso del convivere
con la sofferenza, ispirandosi all’evento drammatico dell’alluvione avvenuta nella città di Senigallia nel 2022. La scena silenziosa è abitata da due corpi inerti che, esausti, tentano azioni, come gonfiare un salvagente. I danzatori, quasi liquefatti al suolo, lentamente si interrogano sulle possibili soluzioni utili per riuscire a riemergere da quel “buco” che li ha inghiottiti. Si intrecciano, si incastrano, si aggrovigliano partorendo così un “trio”, frutto di plastica, carne e respiro. Un vulnerabile sistema di sostentamento reciproco nel quale i tre elementi sono uno l’appendice degli altri, sono uno la salvezza degli altri. Una rotta dentro e fuori di sé, in cui resistenza e fatica combattono, concede la risalita dal fango. Una fisicità schietta e autentica irrompe nella scena, come a sottolineare la naturale inadeguatezza dell’essere umano di fronte alla sofferenza; la caducità degli eventi che pervade lo spazio, come memorie shakerate all’interno di un vortice; la solitudine dei performers che si scolpisce nel suono placido dei respiri, sono elementi catalizzatori di un processo personale dello spettatore che si troverà a sciogliere il suo fiato sospeso, il suo dolore riposto, in chissà quale suo mare.
Di e con: Nicholas Baffoni e Camilla Perugini
Assistenza alla drammaturgia: Marco Lattuchelli
Supporto: Hunt CDC - Alloggiando Art Fest
Musiche: T.Hecker - G.Morale
Residenza: La Scatola dell’Arte
Con il supporto di Inteatro Residenze